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Argilla

Esprimo in molte maniere un’ansia prepotente e sostanziale di comunicazione. La scultura, per esempio, è per me libertà di sperimentare. Parto dalla modellazione dell’argilla, con gesti antichi e procedimenti che nel mio territorio di nascita si perpetrano da millenni, per far nascere la ceramica. Ho fatto mia, ad esempio, la tecnica del colombino, antica quanto l’uomo. Ma l’argilla è un materiale vivo, una materia fatta di terra e acqua che cambia la sua stessa natura e dischiude la creatività dell’artista: per me è libertà di espressione, è forma che sviluppo e affino, partendo da una sagoma semplice, costruendo pezzo dopo pezzo, assecondando la morbidezza, la duttilità della materia, sfruttandone l’elasticità. Comincio da un pezzo di argilla informe, aggiungo, tolgo, smusso e, sotto le mie dita, nasce un volto, un ventre di animale, un seno, una zampa, un tratto somatico e la mia forza creativa giunge ad una frenesia estrema. Così nascono animali fantastici, volti di donne e uomini che hanno la forma primigenia del vaso, tondo, oblungo, ad anfora; ma ancora, nascono volti di uomini e donne che hanno espressioni spontanee, occhi queruli o ridenti, labbra carnose, capelli e barbe umane. E la sperimentazione non finisce mai…

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