top of page

Michele Bono è nato a Sciacca, in Sicilia, Italia, nel 1975. Dopo esser entrato nel suo laboratorio, non volevo quasi più andar via. Sembra un ambiente emotivamente forte e calmo, dove ci si fa avvolgere dai colori, e dall’uso magistrale e sperimentale che l’artista ne fa. Una tecnica matura e ben controllata, alla quale Bono riesce a legare delle allegorie celate, che richiamano i temi dell’iperrealismo e della Pop Art.

In una cittadina della Sicilia dove l’artigianato locale sembra essere composto esclusivamente da artisti ceramisti, Bono, dopo aver fatto frutto della tecnica accademica e delle maestrie da bottega, riesce ad alienarsi rispetto al panorama culturale e produttivo della città, creando questo  workshop delle meraviglie nel pieno centro storico della stessa. E come se una volta entrati, come accennavo prima, si fosse scaraventati verso i periodi dell’infanzia e si iniziasse a girare intorno volendosi comprare un’opera dopo l’altra, quasi come se l’artista fosse riuscito a trasmetterci quel desiderio verso l’oggetto estetico quasi morboso.

I maggiori riferimenti artistico pittorici, e le più evidenti influenze ci rimandano a tre grandi esponenti, che come lo stesso Bono accenna, rispondendo alle mie domande incuriosite, per la sua personale visione, sono molto collegati tra loro. Questi sono: Takashi Murakami, Chuck Close

e Ron Mueck. Gli ultimi due naturalmente per l’uso dei materiali e della tecnica, per i giochi di porzioni di spazio e proporzioni delle stesse, il giapponese per i colori e per le allegorie.Bono è un artista che sperimenta, che non sembra si sia dissetato di conoscenza, che, malgrado i suoi lavori gli permettano di fermarsi a pavoneggiare la sua elevata tecnica e capacità espressiva, si approccia a metodi  nuovi e ad uso di nuovi materiali, e passa da un formato all’altro da un taglio all’altro, dalla ritrattistica all’informale, quasi come se il suo unico intento, sia proprio quello di meravigliare e creare esperienze shock per il fruitore. A mio avviso i suoi intenti hanno risposta nettamente positiva. La serie di ippopotami e rinoceronti sospesi in aria che si librano sulla tela, con sfondi neri e colori shock e fluo con minuziosi  dettagli di occhi che sbucano da un terreno surreale, fanno notare come l’artista abbia fatto sua l’influenza dello stesso Murakami, con il desiderio di osare ancora ed ancora ingigantendo i formati. La serie di ritratti enormi ed eleganti che poggiano su una parete o sul sottoscala brillano come delle gemme che vengon fuori da una roccia arida.
IMG_9410.jpg
2006

Sciacca

MOSTRA PERSONALE

  • STUDI DI SCULTURA/ Galleria d’Arte Porta Bagni – Sciacca

2007

Sciacca

MOSTRA PERSONALE

  • TETRIS/ tripersonale con Rosario Cantone e Vincenzo Crapanzano Galleria Cappellino Sciacca

2012

Sciacca

MOSTRA PERSONALE

  • N/C 95 “Stanze Private d’Artista” / Palazzo Infontaneta Sciacca

 

  • SMITHOLOGY / Ubik Cafè Valenzia Spagna

2006

Sciacca

MOSTRA PERSONALE

  • STUDI DI SCULTURA/ Galleria d’Arte Porta Bagni – Sciacca

2007

Sciacca

MOSTRA PERSONALE

  • TETRIS/ tripersonale con Rosario Cantone e Vincenzo Crapanzano Galleria Cappellino Sciacca

2012

Sciacca

MOSTRA PERSONALE

  • N/C 95 “Stanze Private d’Artista” / Palazzo Infontaneta Sciacca

 

  • SMITHOLOGY / Ubik Cafè Valenzia Spagna

2006

Sciacca

MOSTRA PERSONALE

  • STUDI DI SCULTURA/ Galleria d’Arte Porta Bagni – Sciacca

2007

Sciacca

MOSTRA PERSONALE

  • TETRIS/ tripersonale con Rosario Cantone e Vincenzo Crapanzano Galleria Cappellino Sciacca

2012

Sciacca

MOSTRA PERSONALE

  • N/C 95 “Stanze Private d’Artista” / Palazzo Infontaneta Sciacca

 

  • SMITHOLOGY / Ubik Cafè Valenzia Spagna

bottom of page